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Progetto povertà educativa

Alla Sicilia, il finanziamento più grosso a livello nazionale (poco meno di 900 mila euro) per realizzare un progetto che mira a contrastare la “Povertà Educativa”, superare il concetto di “Periferia”. Si tratta di “The Youth City Factory”: saranno rivitalizzati spazi urbani e luoghi di aggregazione. Così nasceranno nel territorio di Gela, Niscemi, Butera e Piazza Armerina centri polifunzionali, saranno adottati parchi pubblici, le scuole resteranno aperte alla creatività. Capofila è la diocesi di Piazza Armerina che, insieme a diverse realtà (scuole, parrocchie, associazioni di volontariato, enti istituzionali), ha vinto il bando adolescenza promosso dalla Fondazione con i bambini. Si tratta di una nuova opportunità, dopo il bando infanzia, che segna segna ancora un risultato importante non solo per i partner ma per tutta la comunità educante. The Youth City Factory è un progetto finalizzato ad attenuare il rischio di esclusione sociale e prevenire il fenomeno dei Neet stimolando la costituzione di una comunità educante integrata e potenziando la dimensione educativa del territorio.

Il progetto mira a rivitalizzare spazi urbani e luoghi di aggregazione spontanea mettendoli in rete, aprendoli al confronto e facendoli diventare sede di percorsi evolutivi e di sviluppo del senso civico in un processo di acquisizione dei valori di cittadinanza e convivenza. Istituti scolastici e spazi pubblici, mediante attività di animazione e laboratori, saranno gli snodi di un percorso inclusivo integrato volto a stabilire situazioni relazionali positive utili a stimolare il confronto e la partecipazione sociale dei cittadini più giovani.

Sarà la Caritas della diocesi piazzese a gestire, da capofila, il partenariato, composto complessivamente da 20 tra associazioni, parrocchie, enti pubblici. L’obiettivo del Bando Adolescenza, rivolto alle organizzazioni del Terzo settore e al mondo della scuola, è promuovere e stimolare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici di adolescenti nella fascia di età compresa tra 11 e 17 anni. Di grande rilievo sarà il contributo offerto dalle “comunità educanti” dei territori, ovvero coloro che a diverso titolo si rivolgono agli adolescenti (scuole, famiglie, associazioni e organizzazioni non profit, fondazioni, enti territoriali, gli stessi ragazzi).

I progetti dovranno, da un lato, promuovere percorsi formativi individualizzati, complementari a quelli tradizionali, dall’altro coinvolgere anche i gruppi classe di riferimento e prevedere azioni congiunte “dentro e fuori la scuola”, che affianchino all’attività ordinaria delle istituzioni scolastiche l’azione della comunità educante, favorendo il riavvicinamento dei giovani che hanno abbandonato gli studi o che presentano forti rischi di dispersione. Ovvero, mettere in sinergia attività scolastiche, extra-scolastiche e tempo libero per sviluppare e rafforzare competenze sociali, relazionali, sportive, artistico-ricreative, scientifico-tecnologiche, economiche e di cittadinanza attiva, a contrastare lo sviluppo di dipendenze e del fenomeno del bullismo.



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