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ENNA L'Agenzia delle Entrate torna a 'casa' dopo avere speso 2,2 milioni di euro inaffitto

Così risparmieremo 130mila euro l’anno

Si è trasferita recentemente, dopo quasi 17 anni, nella vecchia sede di viale Diaz, l’Agenzia delle Entrate. Il trasferimento degli uffici da contrada Ferrante all’estrema periferia di Enna Bassa a Enna Alta rientra in un piano generale di riallocazione dell’Agenzia delle Entrate, “finalizzato al all’accorpamento degli uffici della Direzione Provinciale e dell’Ufficio Provinciale Territorio” e nell’ottica della spending review. Una decisione, quella della direzione dell’Agenzia delle Entrate, che si coniuga perfettamente con l’esigenza, ugualmente importante, di valorizzare appieno il patrimonio immobiliare dello Stato: in questo senso, il trasferimento della sede provinciale dell’Entrate presso i locali dell’ex Palazzo delle Finanze permetterà di mantenere intatto il prestigio dell’Istituzione, consentendo anche una maggiore comodità ai tanti cittadini, grazie alla centralità in città alta rispetto a contrada Ferrante. “Si è messa a disposizione – dicono il presidente del Centro studi sen. Antonio Romano, Mario Orlando e il presidente di Assoconsumatori, Pippo Bruno – una struttura pubblica, ma rifunzionalizzata e adeguata alle esigenze, posta nella più importante parte della città per quanto riguarda gli uffici provinciali: di fronte l’Inps e l’ex Inam e poi nelle vicinanze ci sono il Tribunale, la direzione dell’Asp, l’Ufficio Provinciale del Lavoro, la Motorizzazione, l’Istituto Case Popolari e altri uffici ancora. E’ una zona facilmente raggiungibile in quanto ben servita dal servizio di trasporto pubblico locale e altrettanto ben collegata per i tanti cittadini provenienti dai comuni della provincia. Basti pensare che a qualche centinaio di metri vi è il terminal bus della Sais”. Insomma, grande soddisfazione da parte di Orlando e Bruno e di altre associazioni che già nel 2004 hanno contestato il trasferimento dell’Agenzia, battendosi negli anni per il ritorno nella città alta. “La nostra è stata una lunga storia di lotta -aggiungono Orlando e Bruno -: primo perché la sede di contrada Ferrante non aveva la destinazione d’uso per l’utilizzo a ufficio pubblico, catastalmente denominata B4; secondo, perché ci siamo sempre opposti agli sprechi e contro l’uso distorto del denaro pubblico. Mentre i governi -sottolineano – che si sono succeduti negli anni, hanno chiesto sempre rigore e sobrietà; mentre ancora oggi si chiedono sacrifici ai contribuenti e drammatica è la condizione in cui versano migliaia di famiglie, questi non hanno trovano di meglio che affittare locali privati, lasciando abbandonati quelli pubblici. Il canone di affitto che l’Agenzia delle Entrate ha pagato in poco meno di un ventennio è stato di circa 130 mila euro l’anno, quando con poco meno di 100 mila euro si sono ristrutturati gli attuali locali dell’ex Palazzo delle Finanze”. A dimostrazione di come si spreca il denaro pubblico, il presidente Orlando racconta che “il 14 settembre del 2009, con una lettera, la dott. Maria Antonietta Di Leo, dirigente dell’Ufficio risorse materiali dell’Agenzia delle Entrate, chiede alla Regione, alla Provincia e all’Amministrazione comunale di Enna la disponibilità di immobili idonei a soddisfare le esigenze logistico-funzionali dell’ufficio ennese. A rispondere alla richiesta, a distanza di qualche mese, precisamente il 28 ottobre, è l’ex dirigente tecnico del comune di Enna, ing. Salvatore Alberti, il quale comunica che l’amministrazione comunale non ha la disponibilità di locali da destinare ad Uffici. Però porta a conoscenza dell’Agenzia che ad Enna esistono immobili da poter adibire a tale uso. Nella lettera sono elencati l’ex Palazzo delle Finanze di viale Diaz, l’ex Banca d’Italia di piazza Garibaldi, l’ex Ospedale di via Trieste, l’ex Sip di via Piave, gli ex Locali Demaniali di via Colombaia e l’ex Conservatoria dei Registri Immobiliari di via Sant’Agata”. “Invece -chiosa Orlando – l’Agenzia delle Entrate decise di rinnovare il contratto di locazione della sede di contrada Ferrante, a dimostrazione di come certi apparati dello Stato vivono su un altro pianeta, distanti anni luce dalla realtà. Nel capitolo degli sperperi degli affitti -conclude Orlando -rientrano altri uffici statali e regionali, figli della stessa logica dell’Agenzia delle Entrate. Eppure i diversi decreti legge sulle disposizioni in materia di locazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, parlano chiaro. Le Regioni e gli enti locali, concedono alle amministrazioni dello Stato per finalità istituzionali di queste ultime, l’uso gratuito di immobili di loro proprietà, in modo che si possa garantire un risparmio”.



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