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Sogno una Chiesa che si mette in ascolto dei bisogni e delle urgenze della sua gente

Voglio essere prete secondo il cuore di Dio

Concludiamo il nostro ‘viaggio’ di conoscenza dei quattro alunni del seminario diocesano che il prossimo 11 agosto saranno ordinati diaconi dal vescovo mons. Rosario Gisana. Questa settimana conosciamo Francesco Spinello, chiamato amichevolmente Ciccio, 27 anni di Gela. Figlio di Nunzio e Serafina, ha una sorella maggiore, Samanda sposata con Alessio. Lo scorso ottobre, ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso la Facoltà Teologica di Sicilia in Palermo e attualmente sta frequentando i corsi per la licenza in Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Appartiene alla comunità parrocchiale di San Francesco d’Assisi, dove fin da bambino ha maturato la sua vocazione, sentendosi ‘provocato’ soprattutto in occasione delle giornate del Seminario attraverso le testimonianze vocazionali dei seminaristi e della domanda fatta da questi “chi di voi vuole diventare sacerdote?”. C’è voluto un po’ di tempo per capirlo, per rendersi conto e accettarlo. Grazie all’aiuto dell’allora parroco di San Francesco don Giorgio Cilindrello, pian piano, “tutto quello che avevo nel cuore, – ci dice – è iniziato ad emergere, a vedere la luce, a vivere”.
Per questo, raccontando la sua vocazione, dice che il Signore lo ha chiamato nell’esperienza della vita ordinaria, “perché non tutti abbiamo la stessa ‘fortuna’ di Paolo che lo ha incontrato sulla via di Damasco”, e soprattutto dice che la sua vocazione che è un dono di Dio alla sua vita non contempla meriti speciali, ma risponde ad un disegno della Provvidenza che “da sempre mi accompagna e che da sempre è presente nella mente e nel cuore di Dio”. Prima di rispondere alla chiamata del Signore ha studiato presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria e lavorato come insegnante di recupero, esperienze che lo hanno fatto crescere e scoprire altre passioni come quella, per l’educazione e la formazione dei giovani, o l’amore per la letteratura.

Con il diaconato inizia realmente la tua donazione a Dio nel servizio alla Chiesa. Cosa provi alla vigilia dell’ordinazione?
Il mio cuore non ha potuto fare a meno di esprimere attraverso la gioia e soprattutto la preghiera quei sentimenti di gratitudine e di responsabilità che mi fanno dire attraverso un pensiero del cardinale Martini che “innamorarsi di Gesù” non può essere considerato “un sentimento passeggero” ma “significa chiedere a Dio che prenda possesso del nostro cuore e di tutta la nostra vita, con una forza tale che ci impedisca di separarci da Lui”.

Persone significative per la tua fede e la tua vocazione
Non posso non iniziare dalla mia famiglia, in particolare dalla mia nonna materna che oggi si compiace dal cielo. Ma punti di riferimento solidi sono state di certo le mie vicine di casa che fin da piccolo mi hanno accompagnato in chiesa e mi hanno educato alla preghiera e all’ascolto attento della Parola del Signore. Occupa poi un posto particolare nel mio cuore suor Santina Amico delle Figlie di Maria Ausiliatrice che, grazie alle attività oratoriali che proponeva nei locali dell’ex asilo mons. Antonino Catarella, mi ha fatto scoprire quel volto di Chiesa giovane e radiosa e mi ha sempre spronato a vivere una vita autentica e a non annacquare mai i talenti di cui il Signore ci ha fatto dono. Non posso non ringraziare il Signore per i parroci che in questo tempo si sono succeduti a San Francesco: don Vincenzo Iannì che mi ha battezzato, dalle sue mani ho ricevuto per la prima volta Gesù Eucarestia e sotto la sua guida attenta ho iniziato a svolgere le prime attività in parrocchia. Don Giorgio Cilindrello pastore buono e, accompagnatore amorevole durante il mio cammino di discernimento vocazionale. Don Pasqualino di Dio grande maestro e padre con il quale ho consolidato durante questi ultimi anni il rapporto di stima e di fiducia e con il quale in questi ultimi anni di formazione ho anche conosciuto e collaborato con i fedeli  della comunità di Sant’Agostino e i volontari della Piccola Casa della Misericordia. Ringrazio il Signore per aver posto sul mio cammino don Luca Crapanzano, al quale mi sento di appartenere con sentimenti di apertura e affetto filiale; dallo scorso mese di agosto egli ha infatti assunto la mia direzione spirituale, continuando così il percorso spirituale intrapreso già anni addietro con il carissimo don Angelo Passaro che insieme a don Benedetto Mallia mi hanno accompagnato in questo tempo divenendo punti di riferimento e testimoni credibili capaci di farmi crescere ancora di più nella relazione con il Signore a partire dalla logica della donazione totale. E, non per ultimo, tutti quei volti giovani che ho conosciuto, accompagnato e incoraggiato durante questi anni.

Gli anni di formazione in Seminario
Sono entrato in Seminario il 21 settembre del 2015 festa di San Matteo, mi accolse a Palermo l’allora rettore padre Vincenzo Cultraro, il vicerettore don Luca Crapanzano il padre spirituale don Angelo Passaro, l’economo don Benedetto Mallia e la comunità. Da subito ho instaurato con tutti rapporti fraterni e sinceri, distinguendomi a volte per la troppa vivacità! Diverse le esperienze vissute in questi anni: il pellegrinaggio a Lourdes come barelliere e l’esperienza presso il Cottolengo di Torino. Gli anni del seminario sono stati scanditi dalla preghiera, il discernimento, la vita comunitaria, lo studio presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia e le esperienze di studio della lingua inglese a Manchester accolto nella comunità dei Padri Oratoriani di San Filippo Neri. Durante questi anni, insieme alla comunità ho accettato le sfide e il cambiamento del rettore, del padre spirituale e la revisione del progetto formativo del seminario. Abbiamo, dopo una ristrutturazione intensa, anche inaugurato i locali storici del seminario di Piazza Armerina voluti fortemente dal nostro vescovo.

A quale ideale di Chiesa pensi di dover lavorare in collaborazione con gli altri confratelli e con i laici?
L’idea di Chiesa che sogno, è quella ampiamente presentata dal nostro vescovo Rosario, una Chiesa che si mette in ascolto dei bisogni e delle urgenze della sua gente, una Chiesa che attraverso l’operato dei suoi sacerdoti si riconosce “esperta di umanità”, una Chiesa che si riscopre “fragile” ma ancora punto di riferimento per un territorio che vive gravi situazioni di precarietà morale, economica e sociale. 

In genere, quando si pensa al prete si pensa sempre alle privazioni, la moglie gli affetti, la sessualità, per cui quasi c’è uno sguardo di compassione verso il prete.
Penso che, se presentassimo al mondo sacerdoti felici, consapevoli della loro scelta di vita, che vivono nella gioia l’essere sacerdoti, che testimoniano in maniera credibile il loro ministero, non potrebbe esserci spazio per la compassione.

Quali pensi debbano essere le virtù fondamentali per essere un buon diacono e poi un buon prete?
Un ministro ordinato deve essere “mediatore dell’amore di Dio e non intermediario, capace di stare vicino al suo popolo e a perdere se stesso per unire le parti”. Altre virtù fondamentali che ritengo fondamentali prima di tutto per me stesso sono: l’autenticità, l’umanità, la capacità di sperimentare la vita comune, di intessere relazioni personali e di accettare armonicamente la sfida del celibato.

C’è una immagine ideale di prete a cui vuoi ispirarti e perché? Come vedi il tuo futuro di presbitero della Chiesa?
Vorrei essere Sacerdote secondo il cuore di Dio! È Lui l’esempio più grande, la fonte alla quale tutti attingono. In verità non vedo ancora il mio futuro come presbitero della Chiesa, per adesso mi basta vivere questo “già e non ancora” pregando per Essa e sognando senza ambizioni particolari, ma seguendo i suggerimenti del Vescovo, di togliere alla mia Sposa già bella e radiosa una ruga per renderla ancora più avvenente e splendente. E questo attraverso la mia testimonianza, la collaborazione reciproca con i confratelli, l’obbedienza al Vescovo e attraverso il mio amore che si traduce in preghiera, fedeltà e servizio. Sono certo che in questo cammino ci sarà al mio fianco la Vergine Maria Immacolata Madre dei Sacerdoti e Modello di tutte le Vocazioni.



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