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Il Vescovo, consegnerà dei doni ai figli dei detenuti

La Caritas combatte la solitudine. Il Vescovo accompagnato dal direttore della Caritas ha visitato alcune persone sole

In cammino come i Magi verso Betlemme, in questo Natale 2020 anche la Caritas di Piazza Armerina si è messa in cammino per portare in dono dei pasti caldi a tutte quelle famiglie che ancora oggi vivono in condizioni di povertà e miseria.
E il sorriso di quei volti che si sono sentiti amati e cercati con questo segno di fraterna solidarietà ha riscaldato i cuori del Vescovo, mons. Rosario Gisana, e del direttore della Caritas.
Gli anziani, i bambini, i sofferenti e tutti coloro i quali vivono ai margini della società, hanno risentito più di altri della condizione di distanziamento sociale imposta in questo 2020 dalla crisi pandemica.
Nel visitare le diverse periferie ci si è trovati di fronte a povertà e miseria. Qui abbiamo concretamente scoperto che non è la stessa cosa essere in povertà o essere in miseria, perchè il povero ha bisogno di mezzi per una nuova vita, mentre il miserabile ha bisogno di una nuova vita per poter dare un nuovo giusto valore alle cose della sua esistenza.
La povertà è una condizione propria e individuale ma viene originata da un eccesso di ricchezza e di abbondanza da parte di altri individui. La miseria, invece, indicando il ripiegarsi rassegnato su se stessi di coloro che, per colpa o mancanza di forze, si sono ormai lasciati schiacciare dalla propria condizione disperata, diventandone complici, ha alle sue spalle la condizione di chi, vinto spiritualmente, rifiuta la lotta per affermare il valore del proprio esistere.
La Diocesi di Piazza Armerina nelle attuali circostanze si è impegnata fortemente secondo quanto ha affermato Papa Francesco: “Il lavoro crea dignità, i sussidi, quando non legati al preciso obiettivo di ridare lavoro e occupazione, creano dipendenza e deresponsabilizzano”.
In tal senso la Caritas Diocesana, guidata da tutti i Diaconi permanenti della Chiesa locale, sta dedicando ogni suo sforzo operativo secondo le indicazioni offerte da quanto diceva Madre Teresa di Calcutta: “Se un povero ti chiede un pezzo di pane sii pronto a donarglielo, ma poi permettigli di guadagnarselo”.
Per suscitare in tutti nuovi stimoli di vita la Caritas diocesana il 20 dicembre 2020 ha consegnato regali a bambini e pacchi spesa per famiglie bisognose mirando con questi gesti a far ritrovare in ciascuno ragioni di nuova speranza in grado di promuovere un nuovo operare.
Noi credenti non possiamo far cadere nell’indifferenza questo tempo accerchiato dalla pandemia, che indubbiamente ha provocato e continua a provocare tanta sofferenza e dolore, ma è proprio nei momenti più difficili della vita che possiamo spiccare un salto di qualità, un ribaltamento di prospettiva. Facendo tesoro della disperazione e del dolore che attanagliano il cuore di tanti, di molti, il credente è chiamato ad aprire gli occhi del cuore, ad essere la sentinella attenta e vigile della luce della speranza, della radiosità dell’aurora. Ed è proprio Papa Francesco che nell’enciclica “Fratelli tutti” ci sprona ad unirci gli uni con gli altri ‹‹per tessere un nuovo modo di fare la storia››. Tutti sentiamo il bisogno di una mano tesa, tutti sperimentiamo povertà e fragilità. Nello stesso tempo tutti comprendiamo che possiamo essere portatori di speranza per gli altri.
Solo la generosità dell’operare di tanti ha permesso a tanti altri di ricevere diventando in tal modo una preziosa testimonianza della circolarità dell’amore. Il modello ultimo di ogni convivenza è da ricondurre alla Trinità e chi sa incontrare questo supremo modello di vita potrà far scaturire per sé e per gli altri rinnovate ed innumerevoli occasioni di crescita e rinascita. Solo una comunità retta dall’amore e capace di fondere ogni differenza nell’unità di anziani e giovani, di donne e uomini, di ricchi e poveri, saprà essere un posto concreto, fraterno ed accogliente, per la famiglia di Dio. In sintonia con tali sentimenti di vita il vescovo mons. Rosario Gisana il 4 gennaio 2021 consegnerà nella Casa Circondariale di Piazza Armerina dei pacchi dono ai figli dei detenuti perché dagli ultimi possano rinascere segni di concreta accoglienza ed operatività.



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