Il Natale, la venuta del Figlio di Dio nel mondo ha la tenerezza della nascita di un bambino, ed è centrale quel bambino, che nasce in una grotta a Betlemme, nell’oscurità della notte, nascondendo la sua identità divina. Qual è il significato invisibile di questa nascita? “Verbum carnis factum est, (la ) Parola si fece carne”. “Generato, non creato della stessa sostanza del Padre”. Dio invisibile, non sensibile, in Cristo diventa visibile, tangibile. La verginità di Maria è legata all’essere del Verbo, Uomo – Dio. Il suo corpo è sublimato  dal concepimento per  “opera dello Spirito Santo”, immateriale. Il  neonato bambino, posto “ in fasce nella mangiatoia nella grotta di Betlemme”, è già ab eterno nel “seno del Padre”. Il Natale di Gesù è uno dei due misteri principali della fede cristiana. “ l’Unità e Trinità di Dio, l’Incarnazione, passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo”. Cristo morirà per risorgere. Nel duello tra la morte e la vita, Cristo risorge. “Vana sarebbe la nostra fede, se Cristo non fosse risorto da morte”, martella Paolo, cui non importa altro che “Cristo e Lui Risorto: morti con Cristo, risorti con Lui”. Da questa “fede” nasce la magia del Natale, una gioia ritrovata nel proprio intimo perché per Cristo e in Cristo, rifulge nell’uomo, “l’immagine e somiglianza di Dio” originaria. Veglia, canti, cornamusa, festa, abbracci, doni (nel grande  dono che il Padre fa  all’umanità)… l’esperienza che da  secoli i cristiani vivono e vogliono continuare  a vivere. “É nato per voi il Salvatore”, disse l’angelo agli umili pastori. E andarono, videro, offrendo i loro doni. E i Magi dal lontano oriente seguirono la stella… “e prostratisi lo adorarono”. Quanti increduli, come Erode e altri, ci sono nel nostro tempo? É l’ombra che accompagna la nascita di Gesù con la strage degli innocenti e la fuga della famiglia di Nazareth in Egitto. Perché l’incredulità degli uomini? Di ieri e di oggi. Anche per questo i credenti siamo orgogliosi della nostra fede.