Main Menu

LUTTO Ad agosto avrebbe festeggiato il Giubileo sacerdotale

Don Aldo, il ‘don Camillo’ ante litteram dalla parte dei buteresi

Padre Aldo Contrafatto ci ha lasciati. Dopo il malore, la corsa in ospedale di ieri pomeriggio, ha reso la sua anima a Dio. Il suo malessere era iniziato nel pomeriggio del 6 giugno e, come usava fare con costanza, aveva avvertito i suoi parrocchiani con un avviso social, il penultimo.

L’ultima foto postata su facebook è stata quella con Pippo Baudo a cui augurava il buon compleanno, la notte del 7 giugno, l’ultima che ha trascorso nel suo letto prima del ricovero in ospedale. Un ricovero in terapia intensiva durato meno di un giorno. Il Signore l’ha premiato: poca sofferenza ed ha deciso di prenderlo con sé. Subito.

Figura singolare quella di Padre Aldo. Una sorta di Don Camillo calato nella piccola realtà di Butera, quasi che la penna di Guareschi avesse trovato il personaggio concreto e non solo quello di fantasia che ha acceso gli animi degli anni ’50. Era il Robin Hood che si batteva per i diritti delle persone semplici. Il curato che girava per le sterminate campagne della sua cittadina, per cercare la frana che gli avevano segnalato i contadini, filmarla e postarla sui social e poi avvertire i giornalisti per avere più forza e mettere con le spalle al muro le amministrazioni, di qualunque colore fossero, per sollecitare l’intervento. Con l’aiuto di amici girava in auto, gip, perfino col ciuco pur di scoprire ogni disservizio.

Conosceva Butera palmo a palmo e la sua propensione al giornalismo di denuncia induceva i cittadini a rivolgersi a lui, attirandosi le antipatie dei potentati. Ma a lui bastava attirarsi il giudizio positivo di Dio per aiutare i deboli; il resto poco importava. Padre Aldo è stato il primo ad intuire la potenza del messaggio comunicativo dei social, sin dal loro esordio nella vita ognuno di noi, nel 2009. Ha ‘usato’ quel ‘diavolo di Facebook’ che tante liti ha favorito, in favore della chiesa e della politica del bene. Ha postato tutte le notizie della sua chiesa, con orari di messe, iniziative parrocchiali, morti del giorno, messe in diretta per attirare i fedeli.

Un sacerdote ante litteram che ha preceduto la messa via social della pandemia, in tempo di pace, per coinvolgere via remoto anche chi a messa non poteva andare fisicamente. E poi le interviste, le storie e la passione per il mondo dello spettacolo.

È stato la guida spirituale di tanti personaggi del mondo platinato che hanno sfilato nella storica trasmissione di Antenna Sicilia ‘Insieme’: basta guardare il suo profilo per vedere le centinaia di foto con artisti italiani e stranieri. Il tutto senza chiedere nulla in cambio. Nessuno, tranne qualche personaggio politico attaccato con eleganza, ha osato criticare questo modo alternativo di vivere la cristianità e, qualora l’avesse fatto… “chi se ne importa?!”. E continuava per la sua strada, giornalista per vocazione insieme ai giornalisti per professione, magari con qualche rimprovero, ma sempre sulla notizia.

Lui non rispondeva alle provocazioni: dritto per la sua strada. Aveva 74 anni e un cinquantennio di sacerdozio nel curriculum. Da settembre era stato eletto dal vicario foraneo della piccola comunità di Butera, unico sacerdote anziano in una schiera di giovani vicari che hanno rinverdito la Diocesi. Lui “Yes man?” Mai. Solo a Dio. Questo è l’ultimo messaggio che ha lasciato a quanti gli volevano bene.

I funerali saranno celebrati a Butera, nella Parrocchia “Maria Ausiliatrice” e “San Giovanni Bosco”, mercoledì 10 giugno, alle ore 10.



Rispondi