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Una Chiesa dinamica per i giovani

Si è svolto a Roma dal 3 al 5 gennaio il Convegno Nazionale Vocazioni. “Datevi al meglio della vita! (Christus vivit, 143)” è stato il tema sul quale l’Ufficio Nazionale Vocazioni ha orientato i lavori. Diverse sono state le testimonianze che hanno arricchito le giornate.  Il card. Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e rappresentante della commissione giovani della Conferenza Episcopale Europea intervenendo sul tema “Una Chiesa dinamica, perché i giovani possano abitarla”, ha affermato che: “I ragazzi non conoscono più la Chiesa. Se nel passato c’era una generazione contraria, oggi non sanno neanche più cos’è. Per questo dobbiamo essere noi ad uscire, ad entrare nel loro mondo, per cercare di creare uno spazio nel loro cuore per Cristo. Il mondo sta cambiando e come Chiesa siamo tenuti a vivere nel presente, dobbiamo testimoniare ed essere una Chiesa dinamica e non statica”.
Inoltre, piena di gioia e di voglia di vivere è stata la testimonianza vocazionale di Simona Atzori pittrice e ballerina senza braccia, che nel ripercorrere la sua storia, ha parlato del rapporto con la fede: “Fin da piccola ho sempre pensato che Dio fosse un grande pittore che aveva fatto un disegno per me. Su come doveva essere Simona. No, non si era distratto. Mi aveva voluta così. Perché per Lui ero perfetta così, anche senza braccia. Unica. Come lo siamo tutti”. “Mi ha fatto però un dono speciale. Il sorriso. Lo strumento che mi ha permesso di rispondere a tutte quelle persone che mi guardavano come nessuno avrebbe mai voluto”.
E ha concluso: “Nel tempo ho capito che la vera felicità risiede semplicemente nel fatto di essere vivi. Perché se abbiamo la vita abbiamo tutto ciò che serve per esserlo. Dobbiamo imparare ad amarci e ad amare incondizionatamente. Ed è solo conoscendo l’altro che possiamo farlo”.
Don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Cei, parlando a un pubblico di religiose e sacerdoti ma anche giovani e coppie laiche impegnate nella pastorale vocazionale ha detto che “Le parole della fede in questo tempo hanno bisogno di un’opera di restauro capace di coniugare uno splendore antico e nuovo.
Spesso annunciamo la vocazione alla vita nuova come una vita felice. Il rischio, però, è di pensare ad essa come un’esistenza ‘altra’, luminosa, senza difficoltà. La felicità del Vangelo è, invece, la presenza del Signore che attraversa il quotidiano e che è fatta di esperienze buone, faticose, che sono ciò che sostiene tutta l’armonia della vita”.
È stata molto costruttiva l’esperienza dei tavoli di confronto che hanno dato la possibilità a tutti i partecipanti al Convegno di riflettere e lavorare insieme partendo da alcune pro-vocazioni, e di capire la diversità che c’è in ogni diocesi del modo di intendere la pastorale vocazionale.
“Datevi al meglio della vita!”  è una frase estrapolata dall’esortazione post sinodale di Papa Francesco sui giovani, in cui, ha spiegato il direttore dell’Ufficio della Cei, “ci esorta a non essere ragazzi da divano, a prendersi il rischio di vivere” Questo sarà anche il tema che ci accompagnerà durante questo nuovo anno fino alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni del prossimo 3 Maggio 2020.
Presenti per la nostra Diocesi il direttore spirituale del Seminario  don Salvatore Rindone i seminaristi Francesco Spinello, Eduardo Guarnieri e Mattia Ballato.
Adesso toccherà all’ufficio Diocesano Vocazioni diretto da don Benedetto Mallia, coadiuvato da don Luca Crapanzano, Anna De Martino, Paola Di Marco,  Francesco Spinello, Enrico Lentini, Marco Sbirziola e Daniel Marino, lavorare sui temi trattati e proporli alla comunità diocesana, partendo prima di tutto dall’intuizione del nostro vescovo mons. Rosario Gisana di far lavorare in sinergia l’ufficio di pastorale vocazionale, con tutti gli altri in particolare con la pastorale giovanile e scolastica al fine di proporre esperienze significative di comunione e di crescita.



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