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La risposta giusta

Le hanno ribattezzate le “7 cattive”. Sono le ragazze dell’apparente età di 16-17 anni che hanno pensato di scacciare la noia del sabato sera divertendosi ad appiccare il fuoco alla finestra di una gioielleria del centro storico di Gela, la “Agea gioielli”. Il danneggiamento è stato ripreso in ogni sua fase dalle videocamere di sicurezza dello stesso negozio. Alcune delle protagoniste dell’atto vandalico sarebbero state riconosciute. La proprietaria, Elisa Iapichello, ha informato la polizia e poi ha scritto un post sul proprio profilo di Facebook, definendo il gesto “indegno” perché ha causato “spavento pazzesco” ai titolari, “danni alla finestra e agli strumenti di lavoro” con conseguente blocco dell’attività e dunque “un danno economico non indifferente”. In un “Vorrei dire a queste ragazze che sono state già riconosciute grazie al sistema di telecamere a circuito chiuso – scrive la proprietaria – che non ci si può divertire causando danni agli altri. Ragazze, divertitevi – esorta la donna – e godete della vostra bellissima età ma soprattutto abbiate dignità; dignità, questa sconosciuta”. Il video che vede il gruppo all’opera è in rete e ha registrato il boom di visualizzazioni e condivisioni. Sulla vicenda abbiamo sentito l’esperta psicologa Nuccia Morselli che ha definito il fattaccio come un “precipitato di assenze e ruoli istituzionali, familiari, sociali ed ecclesiali” denunciando che si tratta di “uno scollamento da e verso principi e valori tesi al rispetto di sé stessi e degli altri”. “L’assunzione di libertà come diritto di potere a mettere in campo qualsivoglia gesto, teso a ledere o danneggiare l’altro – spiega la dottoressa Morselli – denuncia che nessun reale collante affettivo ed emotivo esiste tra questi giovani ed il mondo adulto”. L’esperto ribadisce come sia “il mondo adulto che viene fatto bersaglio di attentati forse perché è esso stesso incapace di dare riconoscimento e contenimento al non senso della vita, alla frustrazione, alla rabbia dei giovani di oggi”. “Gli adulti – ribadisce – sembrano infatti incapaci di maneggiare emozioni di tono negativi in sé stessi e di conseguenza, scegliendo di alinearsi, non consentono ai figli di imparare ad elaborare pulsioni negative”. Secondo la Morselli è necessario “tornare a fare prevenzione perché la città ha subito tante trasformazioni in questi anni”. Ma la psicologa constata come “molto dolore non è stato affrontato adeguatamente insieme alle pressioni culturali e mediatiche ad essere felici a tutti i costi”. “Tutte le scariche distruttive hanno a che fare con le difficoltà a sapere gestire il mondo pulsionale molto complesso e difficile da decodificare”. Ecco perché esorta a lavorare “sugli stessi genitori e creare un po’ di separatezza reale che sostenga i genitori nell’aiuto a rafforzare i legami con i figli”. La Morselli auspica infine che “la pena” che sarà inflitta alle ragazze identificate quali autrice del gesto “tenga conto delle difficoltà a gestire questi aspetti”.



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