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Aly e Seny: perchè sono partiti e perchè ritornano in Africa per poi ripartire ancora

Le storie dei migranti “di ritorno”

Aly e Seny sono due giovani migranti arrivati in Sicilia col barcone e che abbiamo accolto anni fa. Dopo un percorso di integrazione, sono diventati oggi due pilastri del nostro progetto di cooperazione allo sviluppo in Senegal, che punta a creare opportunità reali di sviluppo per i giovani senegalesi e fermare la migrazione forzata che causa tante morti tra i migranti. Abbiamo chiesto ad Aly e Seny di raccontare la loro storia e le motivazioni che li hanno spinto a migrare dai loro paesi e oggi a ritornare in Africa per aiutare altri giovani.

Qual è il tuo paese d’origine?
Seny: Senegal
Aly: Mali

A quanti anni sei partito?
Seny: 23
Aly: 23

Perché sei partito?
Seny: Sono partito per le difficoltà della vita nel mio villaggio
Aly: Sono partito perché c’era la guerra nel mio paese, una guerra politica e religiosa, che ha spinto tanti giovani come me a lasciare il Mali mentre stavamo studiando ed eravamo all’università.

– Cosa sapevi del viaggio (deserto, Libia, mare)?
Seny: Quando sono partito, non sapevo nulla del viaggio ma ho capito quanto è pericoloso, soprattutto il deserto, ma anche il mare. Però avevo già deciso di partire e non potevo più tornare indietro. È stato difficile.
Aly: Sapevo che c’era il deserto da attraversare, poi la Libia e poi il mare, però in maniera superficiale, nessuno mi ha mai spiegato i pericoli del viaggio, soprattutto del periodo in Libia, dove ho trovato un vero e proprio inferno. Per attraversare il mare ci avevano detto che c’era la barca, ma in realtà ci sono dei vecchi gommoni, ma non ci sono alternative quindi sei costretto ad attraversare il mare con il gommone.

Sapevi cosa ti aspettava in Europa?
Seny: In Europa non sapevo cosa mi aspettava. Quando siamo in Africa, sentiamo tanto parlare della vita in Europa ma poi qui si trova una vita molto diversa.
Aly: Non avevo idea di cosa aspettarmi dall’Europa. L’Europa vista dall’Africa è il paradiso, c’è tutto. Ma quando siamo arrivati ho visto la realtà dell’Europa. Non me l’aspettavo così.

Come hai vissuto in Sicilia (il centro di accoglienza, la vita con i cittadini siciliani)?
Seny: In Sicilia ho vissuto una vita meravigliosa, nel centro di accoglienza e nello SPRAR di Aidone. Mi sono anche sentito siciliano, grazie all’accoglienza, all’integrazione e all’affiancamento.
Aly: Ho vissuto bene in Sicilia nel centro di accoglienza e con i cittadini della città. Mi sono trovato bene con tutti, coi ragazzi e con gli adulti. Ho fatto un bel percorso di accoglienza ad Aidone, dalla scuola alle attività di integrazione al contratto di lavoro regolare con l’Associazione Don Bosco 2000.

Perché hai deciso di tornare in Africa per il progetto Senegal?
Seny: Ho deciso di tornare in Senegal con l’associazione Don Bosco 2000 per realizzare un progetto, che per noi è molto importante. È importante che un senegalese, che è stato migrante, dica ai giovani di non partire, perché può raccontare l’esperienza vissuta del viaggio. Ma il nostro non è solo un progetto in cui diciamo delle cose. È un progetto in cui facciamo, costruiamo delle cose. Abbiamo già iniziato con gli orti e i giovani senegalesi stanno lavorando.
Aly: Ho deciso di tornare in Africa perché so che il progetto Senegal dell’associazione può veramente aiutare lo sviluppo locale dei giovani senegalesi e non rischiare più le loro vite nel tentativo di raggiungere l’Europa. Stiamo offrendo una prospettiva per i giovani e per le loro famiglie. Sto facendo di tutto per far andare avanti i fratelli africani.

Com’è la tua vita ora?
Seny: La mia vita ora è tra la Sicilia e il Senegal. Sono felice perché posso fare quello che desideravo, cioè aiutare altre persone, così come sono stato aiutato io.
Aly: Ora la mia vita va bene, vivo in Sicilia che è come casa mia. Lo stesso vale per quando torno in Senegal a lavorare.



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