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RANDAGISMO - L'amministrazione ha speso migliaia di euro ma è ancora allarme sicurezza. Ed è polemica

Finora solo uno spreco di soldi

Scoppia una nuova guerra a Gela: quella dei cani. Il problema del randagismo in città c’è da anni ma non è mai stato affrontato in maniera esaustiva tanto che le amministrazioni comunali, compresa quella attuale, non hanno saputo fare altro che chiudere il sito delle Mura Timoleontee dove si accentrano branchi di cani. Recentemente l’episodio che ha fatto scatenare le polemiche: un uomo di 48 anni è stato attaccato da un branco di sette cani ed ha rischiato la vita. Questo fattaccio legato alle stragi di cani di Sciacca e Licata, ha completato il quadro del panico e delle polemiche. I consiglieri comunali della città del Golfo che hanno sollevato il problema in tempi non sospetti, hanno ripreso la questione, per non parlare delle associazioni che si occupano degli animali. Per tutta risposta l’assessore all’Ambiente Simone Siciliano si scopre competente nella materia che interessa gli animali e ritiene gli animalisti incompetenti. Ma di fatto le competenze dell’amministrazione hanno portato ai fatti di cronaca degli ultimi giorni. Da anni si parla di possibili convenzioni con la Lida Gela, si parla di canile comunale ma anziché passare ai fatti si continua a pagare il servizio di accalappia cani di Caltanissetta a suon di 480 mila euro l’anno e il problema resta. È arrivata tempestiva la risposta del presidente della Lida Gela Massimo Greco alle esternazioni del vicesindaco Siciliano sulle tv locali riguardo al randagismo ed alle aggressioni ai cittadini Gelesi e sul capitolo infinito del Centro di Pet Terapy. Ecco cosa dice: “Sul Capitolo Pet Terapy è stato perso un finanziamento europeo di 700 mila euro e adesso questi soldi dovranno pagarli i cittadini gelesi. Soldi che invece potevano essere spesi per tante emergenze sociali della nostra città. Dopo due anni dalla consegna dei locali per il canile tutto è in stato di abbandono e di degrado. Dopo un anno dalla delibera di affidamento, nessuna comunicazione alla Lida Gela, abbiamo saputo qualcosa dopo aver presentato ufficiale richiesta di accesso agli atti circa due mesi fa, richiesta alla quale hanno dovuto rispondere per forza intimandoci di presentare un corposo dossier in soli dieci giorni, pena il recesso dell’affidamento. Alle tv locali Siciliano aveva detto che il giorno dopo l’affidamento avrebbe dato le chiavi al presidente della lida Gela, questo un anno fa. Ho presentato due progetti possibili, ma anche questi non sono stati considerati”.

Tutto nasce dalla deresponsabilizzazione del vicesindaco che, di fronte all’aggressione subita dal cittadino, passa la palla a chi detiene i cani. “Siamo basiti dall’esternazioni di Siciliano – sostiene la V commissione consiliare sanità – sull’aggressione di sabato di un branco di cani che erano già stati avvistati e che avevano già causato incidenti, fortunatamente, meno gravi ma che avrebbero dovuto determinare un’azione risolutiva da parte dell’amministrazione. Il sindaco ponendosi in una posizione di totale inadempienza rispetto alla legge n.15/2000, ed avendo assunto un atteggiamento di totale indifferenza rispetto al lavoro svolto dalla Commissione grazie alla disponibilità delle associazioni e degli altri enti competenti come l’Asp, ha messo in pericolo sia la libertà dei cittadini e la loro stessa vita che la vita dei cani, oggi ritenuti unici responsabili del grave episodio ed oggetto di fantasiose nonché aberranti soluzioni, come la soppressione dei cani randagi. In realtà bisognerebbe spiegare ai cittadini che ogni forma di vita va rispettata”. Intanto è partita la denuncia dell’uomo aggredito nei confronti dell’ente locale.



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